Cari Neoborbonici,

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mi complimento per la bellissima serata di ieri a Caserta e per gli interessantissimi temi discussi durante il convegno "Dai Borbone alla globalizzazione".

Mia moglie ed io ringraziamo di cuore in particolar modo Fiore Marro per l'invito al convegno, la Sua estrema cordialit? e disponibilit?; ringraziamo inoltre tutti i relatori intervenuti ed in particolar modo il Prof. De Crescenzo ed il Prof. Gul? che abbiamo avuto modo di conoscere di persona e di cui abbiamo apprezzato, oltre allo slancio convinto delle Loro tesi, anche l'estrema competenza e la chiarezza esemplare nel trattare il tema economico che, fra l'altro, ? di una attualit? direi "drammatica".

Ieri sera, nel tornare a casa, avevo solo un rammarico e cio? che tutto quello che si ? detto durante il convegno andrebbe diffuso capillarmente a tutte le genti del Sud, da Civitella del Tronto, Gaeta a Messina (perdonate i soliti miei riferimenti).

Come saggiamente da Voi in passato gi? evidenziato, la conoscenza delle ns. vere origini ? di una importanza vitale per far prendere coscienza alla gente delle proprie peculiarit? ed ? una delle basi propedeutiche per l'agognato riscatto del Sud.

Probabilmente, per diffondere su larga scala il Vs. messaggio, non sono sufficienti tutti gli enormi ed ammirevoli sforzi da Voi compiuti, ma servirebbero degli strumenti di comunicazione di massa, quali una televisione, un settimanale, un quotidiano che potrebbero fungere da cassa di risonanza.

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Sarebbe pertanto, a mio umile parere, auspicabile che le varie forze economiche sane del Sud supportino il progetto per farlo definitivamente decollare.

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Un cordiale saluto

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Luca Longo

Caro Custodero,

gi? nel mio precedente intervento avevo sottolineato comunque il merito dell?iniziativa da lei curata invitando anche i nostri simpatizzanti a comprare i libri in questione.

Rimangono, per?, molte perplessit? e centinaia di lettere e mail arrivate in sede e sul nostro sito dimostrano che, forse, non erano del tutto infondate.

Perfettamente d?accordo con lei sulla reale motivazione dei problemi del Sud di ieri e di oggi: classi dirigenti e intellettuali. Noi, nel piccolo della nostra associazione e da quasi quindici anni, proviamo a fare qualcosa anche semplicemente raccontando storie di orgoglio e di radici del nostro Sud costretti, a volte, a gridare molte delle verit? nascoste dalla storiografia ufficiale in una citt? dove neanche il revisionismo ? facile (al contrario di quanto affermava in una sua introduzione): convegni, pubblicazioni, mostre o manifestazioni (dal 7 settembre del 1993 a ieri sera, a Caserta, insieme al vostro e nostro Gigi Di Fiore) possono dimostrarlo (neoborbonici.it/storia del movimento).?

Anche lei, con la sua bella pubblicazione (l?avevo gi? acquistata) e con l?iniziativa ancora in corso, ha dato e sta dando il suo contributo per cambiare qualcosa ma, da napoletani e meridionali ancora e nonostante tutto innamorati della nostra terra, ci aspettavamo qualcosa di pi?. Il Mattino e gli altri giornali avevano l?occasione per raccontare un po? di verit? storica ma, forse, non l?hanno colta fino in fondo: se ? vero che tutte le scelte sono discutibili, ? altrettanto vero che, come sostenevo pi? diffusamente in precedenza, si? poteva evitare di pubblicare i ?lombrosianismi? di un De Blasio o i romanticismi di un Manh?s per dare magari almeno un poco di spazio alle verit? degli archivi che in molti stiamo studiando da anni o ai massacri compiuti dai piemontesi tra i nostri compatrioti di un secolo e mezzo fa. Anche cos? si poteva evitare un po? di confusione e dare un contributo pi? incisivo per ?cambiare qualcosa?.

Intanto la saluto cordialmente augurandomi di conoscerla presto di persona possibilmente davanti ad un caff? e di ?sentirci? di nuovo per un?altra collana di ?storie dal Sud? che possa completare il discorso iniziato?

A presto?

prof. Gennaro De Crescenzo

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Cari Amici,

abbiamo anche l?intervento del Pilato di turno che oltre a volersi lavare le mani si vorrebbe lavare anche la coscienza.

Non metto in dubbio l?assenza di parole offensive nei confronti dei Borbone Due Sicilie nelle prefazioni ai volumi.

Quello che pesa come un macigno ? per? la scelta dei testi, i quali parlano da soli, spesso in maniera palese,qualche volta in maniera subdola.

A volte non ? necessario scrivere delle cose,i fatti sono pi? eloquenti di cento libri.

In questi casi i testi parlano per chi li ha scelti e in modo molto pi? efficace.

Quindi quale merito si dovrebbe riconoscere agli editori? Quello di dire cose false e scontate che sono gi? state ampiamente riportate dai testi scolastici e dalla storiografia normalizzata?!

Il merito che riconosciamo a questi editori ? ancora una volta di non essere usciti fuori dal coro, tirando fuori gli attributi,ma di aver seguito le linee tracciate dal Liborio Romano di turno, di essere baciapile e di non aver detto niente di nuovo,aria fritta e rifritta.

La riflessione dei lettori si sarebbe potuta sollecitare qualora gli editori avessero offerto due o pi? diverse visioni dello stesso argomento. Nel nostro caso c?? poco da riflettere!

Quindi direi che questa occasione offerta non sia poco, come dice lei, infatti per noi Duosiciliani veri ? nulla,meno di zero.Anzi ? ancora propaganda contro, se mai ce ne fosse bisogno.

Per assurdo sono stati pi? obiettivi gli editori de Il Giornale, i quali hanno pubblicato recentemente una collana, La Biblioteca Storica, nella quale accanto a testi su Vittorio Emanuele II,Garibaldi e Mazzini, c?erano anche testi come Re Bomba di Campolieti o Francesco II? di Jaeger.

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Gaude Lilium Fortitudo Principum Andevaghensium

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Don Paolo

Caro De Crescenzo,

ho saputo di essere stato chiamato in causa ed ho letto le Sue opinioni sull'operazione "Storie dal Sud". La scelta dei testi proposti, come ogni scelta, pu? essere discutibile. Va, comunque, riconosciuto agli editori almeno il merito di aver offerto un'occasione ai lettori dei quattro pi? diffusi quotidiani del Mezzogiorno per riflettere sulla nostra storia e non mi sembra che sia poco.

La sfido poi a trovare nelle mie presentazioni ai vari volumi? una sola parola che possa suonare offensiva nei confronti dei sovrani delle Due Sicilie e, se non la trova, a cercarla nel secondo volume della mia "Storia del Sud" edita da Capone e che potr? trovare in libreria anche a?Napoli.

La vera nostra sciagura prima, durante e dopo l'unit? d'Italia sono state le nostre classi dirigenti e certi intellettuali (Ferdinando II, in fondo, non aveva tutti i torti): esemplare ? la figura di Liborio Romano, tra l'altro anche professore all'Universit? di Napoli.

Lo?stesso De Sivo, del resto, dubita delle ruberie ma riconosce l'arroganza di certi Ministri. Fino a quando non ci renderemo conto di questa verit? e non faremo nulla per cambiare qualcosa continueremo a baloccarci con le parole.

Un cordiale saluto

Dott. Gianni Custodero